Il governo della Nuova Zelanda, il prossimo 30 aprile, renderà effettivo il divieto d’esportazione di animali vivi via mare.
Entro il 2023 la Nuova Zelanda farà entrare in vigore il divieto d’esportazione di animali vivi. Alla base di questa decisione, l’affondamento della nave Gulf Livestock 1. L’affondamento è avvenuto due anni fa, occasione in cui persero la vita quasi 6000 bovini e 41 membri dell’equipaggio. Il governo della Nuova Zelanda ha giustificato la scelta spiegandone le motivazioni etiche. Asserendo inoltre che si tratta di una decisione che va a favore degli interessi degli allevatori di bestiame.
A causa della posizione geografica isolata della Nuova Zelanda, il trasporto di animali vivi dal continente nord significa costringere il bestiame a sopportare lunghi giorni di stress e sofferenza. Ed è proprio questa la motivazione alla base del governo neozelandese. La decisione ormai è ufficiale: il governo ha già firmato un emendamento secondo cui, a partire dal 2023, sarà vietato esportare animali vivi via mare dal Paese.
L’affondamento della nave Gulf Livestock 1, è stata la prova di quali siano i rischi che corrono gli animali vivi trasportati via mare. E proprio per questo il governo ha deciso di supportare il movimento degli animalisti che a gran voce chiedeva la legge per il blocco delle esportazioni di bestiame. Il provvedimento diverrà effettivo il prossimo 30 aprile, nel 2023.
Cosa comporta la decisione all’economia del Paese?
Non sono mancati gli oppositori, preoccupati per le conseguenze economiche che potrebbe comportare una decisione di questo tipo. Attraverso un comunicato, il ministro dell’Agricoltura Damien O’Connor ha rassicurato anche coloro che erano scettici. Difatti, avrebbe spiegato che il commercio di animali vivi pesa lo 0.6% sul totale delle esportazioni del settore primario neozelandese.
Le sue parole: “Il periodo di transizione di due anni ha permesso a coloro che sono stati colpiti dal divieto di avere il tempo sufficiente per adattare i loro modelli di business e le loro catene di approvvigionamento per tener conto dell’eliminazione dell’esportazione”.